Lavorare da remoto in Italia ed in Europa

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L’evoluzione del lavoro ha assunto una nuova direzione in Italia con l’introduzione del decreto mille proroghe. Questa misura legislativa estende lo smart working fino al 31 marzo prossimo nel settore privato per categorie protette e genitori di minori sotto i 14 anni, e fino al 31 dicembre per i lavoratori fragili nel settore pubblico. Questa evoluzione segna un punto di svolta nella storia lavorativa dell’Italia, non riconoscendo il lavoro da remoto come una componente fondamentale del moderno ambiente di lavoro. 

La pandemia di Covid-19 ha rappresentato una sfida senza precedenti per il mondo del lavoro. In risposta, molti lavoratori hanno dovuto riadattare le proprie abitazioni in spazi lavorativi improvvisati. Hanno trasformato le loro camere da letto in uffici, i tavoli del soggiorno in scrivanie e le loro cucine in luoghi di lavoro. Questi cambiamenti, sebbene nati da una necessità, hanno rivelato le potenzialità dello smart working, come la flessibilità e la possibilità di bilanciare meglio lavoro e vita privata. 

Nonostante i suoi vantaggi, lo smart working ha inoltre catalizzato l’attenzione di alcuni esperti sostenendo che questo trend potrebbe danneggiare l’economia europea a lungo termine. Emergono dubbi sulla fattibilità di avviare e gestire nuove aziende in un ambiente completamente remoto e sulla capacità di formare adeguatamente i futuri lavoratori in assenza di un’interazione fisica regolare.

In Italia, aziende come Luxottica stanno esplorando nuove vie per adattarsi a questi cambiamenti. Nel loro nuovo contratto integrativo, Luxottica ha introdotto l’opzione della settimana corta, offrendo fino a venti venerdì all’anno in modalità agile, a parità di retribuzione, estendendo lo smart working al personale amministrativo. Questa iniziativa non solo promuove lo smart/flexible working ma contribuisce a realizzare un’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Smart Working in Europa: Tra Remote e Hybrid Working

In Europa, lo smart working si manifesta in diverse forme. In Germania, ad esempio, i lavoratori possono mediamente lavorare un giorno alla settimana da casa, mentre in Francia la media si attesta solo allo 0,6 giorni. La Gran Bretagna si distingue come la “working from home capital of Europe”, con una media di 1,5 giorni di lavoro da casa a settimana. Questa diversità riflette le differenti culture lavorative e le politiche governative in Europa.

Le attuali politiche di smart working hanno un impatto significativo sul mercato del lavoro. Le aziende sono sempre più invogliate a offrire opzioni di lavoro flessibili per attrarre e trattenere talenti. Randstad, una delle principali aziende di servizi HR, ha osservato che, nonostante le incertezze macroeconomiche, la richiesta di flessibilità lavorativa iniziata durante la pandemia continua a persistere. Ciò indica una trasformazione nelle aspettative e nelle priorità dei lavoratori post-pandemia privilegiando la qualità della vita piuttosto che alla retribuzione. 

Le nuove modalità di lavoro stanno avendo delle immediate ricadute sugli investimenti immobiliare. Per esempio nei centri finanziari di Londra, come Canary Wharf, precedentemente alla pandemia brulicavano di lavoratori, mentre oggi l’affluenza della forza lavorativa si è notevolmente ridotta. Questo fenomeno solleva questioni importanti sull’impatto socio-economico dello smart working nelle arie metropolitane.

In fatti lo smart working crea nuove opportunità per chi desidera lasciare le metropoli per trasferirsi in luoghi più tranquilli ed meno dispendiosi. Negli ultimi anni tale fenomeno, sempre più diffuso,  viene definito nomadismo digitale, trovando ampio consenso tra i giovani lavoratori. Questo fenomeno consente di combinare lavoro e viaggio, permettendo di operare da qualsiasi parte del mondo. Il nomade digitale è un lavoratore che cerca nuove esperienze, attratto dalla possibilità di esplorare nuovi luoghi vivendo in paesi dove la vita ha un costo più basso. Questo trend sta attirando l’attenzione di molti paesi, che hanno creato agevolazioni fiscali e infrastrutture per attrarre i lavoratori nomadi, che con la loro presenza stimolano anche l’economia locale.

Diventare un nomade digitale può essere una scelta di vita entusiasmante e appagante, ma è importante considerare diversi fattori prima di fare il salto.

Ecco 5 elementi fondamentali da considerare:

  1. Stabilità finanziaria e fonti di reddito: prima di diventare un nomade digitale, è fondamentale avere una fonte di reddito affidabile. Potrebbe trattarsi di un lavoro remoto, di un lavoro freelance o di un’attività che può esser gestita online. È anche consigliato pensare ad un fondo di risparmi come riserva per spese impreviste o fluttuazioni del reddito.
  1. Scegliere la giusta destinazione: E’ importante non solo determinare la destinazioni che soddisfino le proprie esigenze ma anche comprendere i requisiti richieste nei paesi selezionati; come ad esempio richiedere il visto e capire accuratamente le implicazioni legali del lavoro nei paesi selezionati. Ciò include sapere quanto tempo si può rimanere in un paese come turista o se si ha bisogno di un visto speciale per lavorare. Inoltre, è importante avere una chiara consapevole degli obblighi fiscali nel paese d’origine e potenzialmente nei paesi in cui si soggiornerà. E’ anche consigliato documentarsi sulla situazione politica, sociale e ambientale, nonché le potenziali minacce alla sicurezza.
  1. Assicurazione sanitaria e accesso all’assistenza sanitaria: L’assicurazione sanitaria che copra a livello internazionale, accertandosi che la copertura non abbia delle eccezioni o limitazioni non adeguate al proprio programma di viaggio. Considera gli standard sanitari e la disponibilità nelle destinazioni previste, soprattutto se si hanno esigenze sanitarie specifiche.
  1. Equilibrio tra lavoro e vita privata e gestione del fuso orario: mantenere un sano equilibrio tra lavoro e vita privata può essere difficile quando ci si trova in un ambiente nuovo ed entusiasmante. È anche importante gestire il proprio programma di lavoro, soprattutto se i clienti o la azienda per cui si lavora si trovi in un fuso orario diverso.
  1. Connettività e ambiente di lavoro: l’affidabilità della connessione internet non è negoziabile per la maggior parte dei nomadi digitali.Avere una piena conoscenza delle destinazioni prescelte include anche sapere dove si può lavorare in modo confortevole e produttivo, che si tratti di spazi di coworking, bar o alloggio.

Conclusion

Lo smart working e il nomadismo digitale stanno plasmando un nuovo futuro lavorativo. Le aziende e i governi stanno adattando le loro politiche per rispondere a queste tendenze, mentre i lavoratori esplorano modi innovativi per bilanciare produttività e benessere personale. 

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